NON SI TRATTA DI UN TEST RAPIDO CON PUNGIDITO
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Tra le indagini diagnostiche che sono state messe in atto dal Ministero della Salute, un nuovo strumento è quello dei test sierologici per SARS-CoV-2, indicati in pazienti potenzialmente esposti al contagio da Coronavirus.
I laboratori della nostra rete hanno scelto di eseguire test sierologici immunometrici a microparticelle chemiluminscenti (CMIA) utilizzati per il rilevamento quantitativo degli anticorpi IgG/IgM anti-SARS-Cov-2 nel siero e nel plasma umano su sistemi ABBOTT ARCHITECT CERTIFICATI E VALIDATI DAL MINISTERO DELLA SALUTE.
E’ possibile richiedere il prelievo domiciliare
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A differenza del tampone orofaringeo, che ricerca direttamente il genoma virale e fornisce un’istantanea sull’infezione, i test sierologici raccontano la storia di una recente o pregressa esposizione al virus individuando quindi i soggetti che, pur avendo contratto l’infezione, hanno manifestato sintomi trascurabili o sono addirittura risultati asintomatici.
I cittadini che vorranno sottoporsi ai test dovranno rispettare le norme di sicurezza previste dal DPCM.
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Il test sierologico Covid-19 è un semplice esame del sangue che consente di capire se il paziente è stato a contatto con il Coronavirus e non richiede particolari preparazioni.
In seguito al contatto con il Coronavirus virus il nostro sistema immunitario produce immunoglobuline, le più importanti di sono di tipo IgG e IgM. Il test rileva la quantità di tali anticorpi con una specificità e sensibilità dichiarata da ABBOTT superiore al 99 per cento.
L’analisi del campione ematico è svolta tramite Chemilumunescenza (CMIA), una tecnologia di rilevamento per gli immunodosaggi che consente di individuare gli anticorpi presenti con particolare efficacia.
Il test ha una specificità del 99,81% e una sensibilità del 100%, permettendo di ridurre al minimo la presenza di falsi positivi e falsi negativi.
Si ritiene che dopo l’esposizione al virus siano necessari 7/11 giorni affinché l’organismo produca una risposta rilevabile e quantificabile. Non sono pertanto utili nel contesto di una malattia acuta ma sono indicati per pazienti potenzialmente esposti al contagio o nel caso di soggetti che, pur avendo contratto infezione, hanno manifestato sintomi trascurabili o addirittura sono risultati asintomatici.
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I test sierologici rilevano gli anticorpi IgG e IgM prodotti dall’organismo in risposta all’infezione da parte del virus SARS-CoV-2. A differenza del tampone orofarigeo, che ricerca direttamente il genoma virale, i test sierologici raccontano la storia di una recente o pregressa esposizione al virus.
Come per tutte le infezioni virali anche nel caso di infezione da Coronavirus il sistema immunitario produce anticorpi diretti verso le proteine dell’involucro virale.
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IgG NEGATIVE – IgM NEGATIVE
Nel sangue non sono presenti anticorpi IgG o IgM; è probabile dunque che il paziente non è mai entrato a contatto con il Coronavirus. L’informazione ha quindi una valenza parzialmente positiva, indicando che il soggetto non è stato infettato, e parzialmente negativa, suggerendo il fatto che potrebbe essere suscettibile all’infezione. Ma ATTENZIONE, potremmo anche essere nella fase precoce dell’infezione quando ancora il nostro organismo non ha prodotto anticorpi quindi potremmo essere contagiosi. Per questo motivo è IMPORTANTE continuare a seguire tutte le misure di contenimento previste dalla legge.
IgG NEGATIVE – IgM POSITIVE
Un risultato sierologico positivo per le immunoglobuline IgM può indicare che il paziente potrebbe essere nella fase precoce dell’infezione e risultare quindi contagioso. In questo caso è necessario comunicare l’esito alle Autorità Sanitarie o al Medico di Medicina Generale i quali probabilmente indirizzeranno il paziente verso l’esecuzione di un tampone molecolare per la ricerca diretta del virus nel materiale biologico prelevato nel naso e nella gola o su campioni prelevati dalle basse vie respiratorie.
IgG POSITIVE – IgM NEGATIVE
Un risultato sierologico positivo per le immunoglobuline IgG può indicare che il paziente sia venuto in contatto con il virus diverso tempo fa, abbia sviluppato una risposta immunitaria e sia guarito. Oppure si trova in una fase intermedia dell’infezione dove non si esclude di poterla ancora trasmettere ad altri. Anche in questo caso è necessario comunicare l’esito alle Autorità Sanitarie che indirizzeranno il paziente verso l’esecuzione di un tampone molecolare.
IgG POSITIVE – IgM POSITIVE
È molto probabile che paziente sia venuto a contatto con il virus e si trovi in una fase intermedia dell’infezione e dunque possa trasmetterla ad altri pertanto l’esito va comunicato subito alle Autorità Sanitarie.
Per ogni valutazione riguardo la contagiosità del soggetto è necessario compiere il tampone naso-faringeo, che potrà essere prescritto successivamente dal Medico curante.
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I test cosi effettuati non costituiscono in nessun caso certificazione dello stato di malattia/contagiosità o guarigione dell’individuo che lo ha effettuato.
Allo stato attuale, come indicato dall’ O.M.S., i test sierologici non possono sostituire il test molecolare basato sulla identificazione dell’ RNA virale nei tamponi orofaringei. Altresì sono importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale e, quindi, possono trovare un’applicazione nei protocolli definiti a livello nazionale e regionale, per determinare la sieroprevalenza in una determinata popolazione (es. operatori sanitari, gruppi di soggetti fragili, ecc.), utile ai fini epidemiologici e di sorveglianza sanitaria.
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